Firenze e Montagna pistoiese: storie di
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Questo pamphlet digitale è stato realizzato nell’ambito della Celebrazione dei 450 anni dalla morte di Cosimo I e Giorgio Vasari, grazie al contributo della Regione Toscana.

Il progetto non è stato curato da storici, ma da volontari con tanta passione per il proprio territorio. Per questo, sappiamo di non essere stati esaurienti: usa il Guestbook per arricchire questa pagina con le tue storie, aneddoti, curiosità, contributi.

Buona navigazione… e buona interazione!

Cominciamo...

Argomenti del Pamphlet

La nostra Montagna... era già strategica!

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La nostra Montagna... era già strategica!

Questioni... politiche

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Questioni... politiche​

Parliamo di Ferrucci

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Cosimo e Giorgio

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Le iniziative

Saluti Istituzionali e... percorso

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Il programma degli eventi

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Guestbook: dici la tua!

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Ferrucci e noi: idee dal territorio

Il nostro territorio ha sempre tenuto molto alla figura di Francesco Ferrucci, un personaggio che sentiamo in qualche modo "nostro". La valorizzazione di questo legame è un impegno costante, vivo e dinamico. Da qui vi consigliamo di visitare il sito web del nostro Museo Ferrucciano, un viaggio nel tempo alla scoperta di curiosità, documenti, notizie sui protagonisti della storica battaglia di Gavinana. Inoltre, potrete scaricare da smartphone "Ferrucci: l'ultima battaglia", un videogame realizzato grazie alla collaborazione con TuoMuseo. Tutto da giocare!

La nostra Montagna era già strategica

Infrastrutture e crescita

I ponti di Popiglio e quello sul torrente Volata svolgevano un ruolo cruciale nel collegare diverse città. Il ponte di Popiglio collegava Lucca con Pistoia, facilitando il movimento di persone e merci. Per parte propria, il ponte della Volata era importante per la comunicazione con Modena. Questi collegamenti erano vitali non solo per il commercio, ma anche per il trasporto di truppe e rifornimenti in tempi di guerra, rafforzando così il controllo di Firenze sulle regioni circostanti.

Non è un caso se nell 1373, quando Firenze conquistò la Montagna Pistoiese, si adoperò fin da subito per rafforzare e fortificare le sue vie di comunicazione. 

San Marcello era circondato da mura con due recinti e cinque porte, con la fortezza che risaliva ai tempi dei Conti Guidi. La fortezza aveva una forma quadrata, dotata di mura, una chiesa e una torre, solo successivamente trasformata in campanile della chiesa.

San Marcello divenne un centro amministrativo importante della Montagna pistoiese, con un palazzo pretorio e carceri in ottimo stato, oltre a fontane e il conservatorio di Santa Caterina​.

Le fortificazioni medievali e l’influenza delle famiglie nobiliari locali hanno lasciato un’eredità culturale significativa nella Montagna Pistoiese, con molte storie e leggende che ancora oggi caratterizzano la regione.

Vuoi raccontarne qualcuna? Puoi farlo!

Questioni... politiche

Diplomazia, amministrazione

San Marcello fu confermato come feudo a Guido Guerra di Modigliana da Arrigo VI nel 1191 e successivamente da Federico II nel 1220. Intanto, abbiamo traccia che la chiesa di San Marcello sia citata per la prima volta nella bolla di papa Innocenzo II al vescovo di Pistoia, il 21 dicembre 1134. 

Parliamoci chiaro: da queste parti si era già un po’ litigiosi, un po’ campanilisti, un po’ innamorati delle proprie cose.

Firenze intervenne frequentemente per sedare i conflitti tra fazioni, consolidando il suo controllo sull’area della montagna già prima di conquistarla definitivamente. Questo controllo fu spesso diplomatico piuttosto che apertamente ostile, come sottolineato da Machiavelli nelle sue “Historie Fiorentine”.

Non mancarono però i momenti in cui la forza si rese necessaria: Castelli come Piteglio, Mammiano, Sambuca e Calamecca si ribellarono ripetutamente contro Pistoia e Firenze nel XIV e XV secolo, con scontri violenti che spesso coinvolgevano l’intervento di truppe esterne.

Proprio Cosimo I fu costretto a sedare i sentimenti ribelli privando gli abitanti della Montagna di impieghi nel Granducato, dell’amministrazione delle entrate e del possesso delle armi.

Dal 1329 al 1351, Pistoia subì una transizione da un’auto-governata autonomia a un ordinamento filo-fiorentino, fino alla definitiva sottomissione a Firenze. In ogni caso, fu nel 1402 che il contado fu diviso da Firenze in quattro podesterie e un capitanato della Montagna, con vari paesi che si dividevano tra sostenitori delle famiglie Panciatichi e Cancellieri.

Proprio le famiglie Cancellieri (guelfi) e Panciatichi (ghibellini) si scontrarono costantemente per il controllo della regione, con le loro lotte che durarono circa 200 anni, dal XIII al XV secolo.

Nonostante queste complesse dinamiche (e, in parte, anche a causa di queste), il controllo fiorentino indiretto e poi diretto si fece riconoscere anche per l’investimento su questo territorio, in termini di sviluppo, infrastrutture e consolidamento.

Parliamo di Ferrucci

Un uomo valoroso

Francesco Ferrucci apparteneva a una nobile famiglia fiorentina e nacque a Firenze nel 1489.

La sua figura è entrata nella leggenda popolare toscana e nella memoria storica come esempio di patriottismo e dedizione alla libertà della Repubblica Fiorentina. Ferrucci intraprese la carriera militare nel 1528 sotto il comando di Giovanbattista Soderini, partecipando a una spedizione per conquistare Napoli. Catturato e fatto prigioniero, Ferrucci imparò molto affrontando questa personale sconfitta.

Nel 1529, Ferrucci divenne commissario a Prato, incaricato della difesa della città contro le forze imperiali. ra le sue operazioni significative si annoverano la conquista di San Miniato nel novembre 1529 e la sua difesa nel gennaio successivo. Nel 1530, Ferrucci represse una rivolta a Volterra e riuscì a respingere gli attacchi di Fabrizio Maramaldo nel giugno dello stesso anno.

Durante il tentativo di rompere l’assedio di Firenze, Ferrucci passò per San Marcello Pistoiese. Ordinò di bruciare una porta del borgo, che da allora fu chiamata Port’Arsa, per evitare che fosse utilizzata dalle forze imperiali.

La sua marcia culminò nella battaglia di Gavinana il 3 agosto 1530. Qui, l’esercito fiorentino subì una sconfitta decisiva contro le forze imperiali comandate da Filiberto di Chalons e Fabrizio Maramaldo. Ferrucci morì in combattimento, e la sua morte segnò la fine della Repubblica Fiorentina.

La sconfitta a Gavinana fu aggravata dal tradimento di Malatesta Baglioni, che abbandonò Ferrucci durante la battaglia. Questo tradimento è ricordato come uno degli episodi più ignobili della guerra. 

La frase “Tu uccidi un uomo morto” è attribuita a Ferrucci come ultime parole, rivolte a Maramaldo che lo colpiva mortalmente quando era già gravemente ferito​, oltre che tradito. D’altronde, la battaglia di Gavinana è tanto impressa nell’immaginario culturale da essere riportata anche tra le magnifiche rappresentazioni che decorano il Salone dei Cinquecento.

Cosimo e Vasari

450 anni di toscanità

Giorgio Vasari nacque ad Arezzo nel 1511, proveniente da una famiglia di vasai.  Successivamente, si trasferì a Firenze dove studiò sotto Andrea del Sarto e Baccio Bandinelli. In questo periodo, sviluppò un’amicizia con Michelangelo, che ebbe una grande influenza sul suo stile artistico.

Il Vasari fu un collaboratore stretto di Cosimo I. Fu incaricato di numerosi progetti artistici e architettonici a Firenze, tra cui la ristrutturazione di Palazzo Vecchio (1555-1572) e la progettazione della loggia degli Uffizi, uno dei suoi capolavori architettonici. Uno dei suoi lavori più importanti fu la decorazione del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Le opere eseguite in questa sala celebravano le vittorie militari e la grandezza del Granducato sotto Cosimo I.

Per parte propria, Cosimo de’ Medici, nato il 27 settembre 1389, non sembrava destinato al successo, ma grazie agli investimenti del padre Giovanni nella banca di famiglia, ereditò una grande fortuna e una rete di influenze. Cosimo raddoppiò la ricchezza familiare, aprendo filiali in tutta Europa e diventando il primo grande mecenate dei Medici. Promosse opere pubbliche e il Rinascimento intellettuale, mantenendo un equilibrio politico e sociale a Firenze. Morì nel 1464, riconosciuto come “Padre della Patria”.

L’unione di queste figure nella ricorrenza in corso, è uno sguardo sulla Toscana di ieri per comprendere meglio, apprezzare, respirare, vivere la Toscana di oggi.

Il Guestbook

Queste pagine sono solo un breve estratto delle moltissime cose, storie, aneddoti che si potrebbero raccontare.

Se ti va, lasciaci un tuo parere, una storia che vuoi raccontare, una tua suggestione.
Saranno riportate nel Guestbook di “Rinascimento”!

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